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Camacho - Connecticut - Criollo - Corojo (il Brutto, il Buono, il Cattivo)

La storia

La Camacho Cigars è stata fondata nel 1961 da Simon Camacho; egli, esule cubano, stabilì la sua fabbrica di sigari a Miami ed ottenne subito un discreto successo negli Stati Uniti ed in Europa riuscendo a conquistare il palato di Winston Churchill tanto da inserire nel vitolario il Julieta 2 (47x178).

Simon Camacho morì nel 1990, e nel 1995 la ditta fu acquisita dalla famiglia Eiroa;  la produzione di tabacco fu poi trasferita dal Nicaragua all’Honduras, precisamente a Danlì.

Il nuovo millennio segna la svolta del marchio poiché  con il lancio del Camacho Corojo, la famiglia Eiroa entrò di diritto nel firmamento dei BIG dell’industria dei sigari, conquistando il mercato Americano.

Il  2008, vede un cambiamento decisivo per  Camacho in quanto fu assorbito dal gruppo Oettinger Davidoff, sebbene la famiglia Eiroa mantenne la proprietà delle piantagioni di tabacco in Honduras.

I Tabacchi sono dal 2013 sotto gli standard internazionali di Bayer Corp per le pratiche agricole e produttive, ciò ha reso il marchio come l’unica azienda del tabacco a seguire i rigidi standard internazionali GMP e GAP. In conformità alle pratiche stabilite da Bayer, Camacho Cigars garantisce la gestione responsabile delle risorse naturali, dei pesticidi bio-compatibili, della sicurezza industriale e della biosicurezza.

Video 1
Video 2
Video 3

1.Il Brutto: Connecticut

Vitola de galera: Robusto;

Cepo:50;

Lunghezza:127 mm

Fascia: Ecuador Connecticut

Sottofascia: Honduras Authentic Corojo

Ripieno: Honduras Generoso, Aleman Ligero Dominicano

Sigaro inconfondibile per la generosa vitola Arancione; ben costruito, setoso e ottimamente riempito. Un sigaro dall’aroma dolce al naso caratteristico, dovuto al tabacco “Aleman Ligero Dominicano”: una variante di Ligero dominicano molto, molto aromatico e speziato.

Già dai primi puff si avverte una decisa componente pepata e speziata che giocano in sottofondo e che non lasceranno mai la fumata. A proseguire iniziano note di cacao di terra, e caramello, ma poi…

Poi basta si spegne tutto abbiamo i restanti due terzi fissi su un sapore dolce una mescolanza di spezie e nulla più.

Nulla, monotonia e aromi indistinguibili fanno si che proprio non si riesca ad arrivare al fondo della fumata.

Giudizio 2,5/5

Il Brutto: Connecticut
Il Brutto: Connecticut

2.Il Buono: Criollo

Vitola de galera: Robusto

Cepo: 50

Lunghezza: 127 mm

Fascia: Honduras Criollo ’98 (4th priming); 

Sottofascia: Honduras Authentic Corojo; 

Ripieno: Honduras Criollo e Piloto Cubano Dominicano.

Anche qui ci troviamo innanzi un manufatto particolare, innanzitutto la Anilla Gialla lo contraddistigue immediatamente, la costruzione è accurata e ci troviamo innanzi un manufatto lievemente ruvido, giustamente untuoso e riempito ottimamente.                      

L’accensione è facile, i primi puff sono rustici e decisamente pepati. Un gusto che mi soddisfa subito. Dopo poco, sempre nel primo tercio la fumata si modifica per un  sottofondo fruttato e dolce da frutta secca.

Il palato avverte un fumo cremoso col retronasale solleticato dal pepe.

Il Buono: Criollo
Il Buono: Criollo

3.Il Cattivo: Corojo

Vitola de galera: Robusto;

Cepo:50;

Lunghezza:127 mm

Fascia: Authentic Corojo (5th priming) Honduras

Sottofascia: Authentic Corojo Honduras

Ripieno: Authentic Corojo (3rd priming) Honduras

Cosa dire del Rosso di famiglia?

Innanzitutto che come per gli altri due la costruzione è ottima, ben chiuso, appena accennata la nervatura della foglia, riempiendo ottimo e giusta untuosità.

Acceso si comprende di trovarsi innanzi ad un sigaro sfacciato, va diritto al sodo e non lascia spazio alle incertezze, è tonico, maschio, notevolmente speziato. Un prodotto proprio da scorpione. Passata la nota d’apertura si inizia a ragionare, appaiono note di legno e lieve terrosità, nerboruto al naso, in retroinalazione.

Il secondo tercio sale la nicotina che da forte diviene molto forte, mentre variano le componenti aromatiche impedendo di comprendere da che parte arrivino i colpi, si va da sentori agrumati a legnosi e di terra col pepe che solletica e sempre il retronasale.

 

Nel tercio finale il pepe, stanco del troppo lavoro, si prende una pausa e questo permette agli aromi e alle spezie dolci di manifestarsi. Mai abbassare la guardia in quanto se non ci pensi la botta nicotinica arriva ed improvvisa; questa è una fumata d’intensità e di corpo davvero al di sopra la media.

Mi godo ampiamente le note di legno, di nocciola e frutta secca sensualmente adagiate su un sofà speziato, di resina e terra piacevolissimo.

Questo sigaro è un pistolero atipico e ciò è forse la sua dote migliore, un certo fascino maschio alternato ad una discreta dose di galanteria seducente quanto inaspettata e resta tale fino al commiato finale.

Giudizio 4,7/5

Il Cattivo: Corojo
Il Cattivo: Corojo

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